
Inoltre l’IVA al 22 considera l’arte come bene di lusso mentre è un bene culturale, lo strumento di lettura del passato e del presente, il dispositivo di lettura del futuro, non un gioiello e neanche un orpello cosmetico. È un enorme vaore estetico, quindi filosofico, storico ed emotivo che informa sullo spirito del tempo e su noi stessi.
Per effetto di circolari e leggi che troverete in allegato qui sotto, e dei famigerati meccanismi burocratici italiani, nonché di una tassazione IVA (e non solo) completamente sproporzionata, molti investitori, collezionisti e semplici acquirenti (italiani e non) di arte contemporanea sul territorio italiano, vengono penalizzati oltre misura e, in questo modo, si penalizzano le entrate per l’intero Paese. L’Italia è il terzo o quarto Paese al mondo per acquisti di arte contemporanea, per cui demotivare gli acquisti sul nostro territorio appare davvero fuori luogo.
Ovviamente non ci hanno dato granchè retta; la risposta è stata che avremmo dovuto noi portare le prove dell’eventuale aumento del gettito derivante dall’IVA sulle opere. Loro ci lavorano ogni giorno, a noi l’onere della prova. Vabbè.
Francesco Cascino era stato invitato a parlare dei vantaggi dell’economia dell’arte e dell’arte nell’economia a PiazzaPulita, la trasmissione di Corrado Formigli su La7, il 7 Giugno del 2012, c’erano Ministri e Sottosegretari: non è successo nulla.
Leggete i documenti scaricabili qui sotto e vedrete che l’IVA non è compresa.